Review & Foto: The Corrs, White Light Tour live in Vienna (02.06.16)

ValeXina    13 Giugno 2016    Commenti disabilitati su Review & Foto: The Corrs, White Light Tour live in Vienna (02.06.16)

© photo by Cinzia – theCorrs.it

E’ passata poco più di una settimana da quando un gruppetto di noi ha partecipato al concerto di Vienna del White Light Tour.
Il concerto alla Wiener Stadthalle si doveva tenere alla Halle D (quella grossa) invece è stato spostato alla Halle F (quella più piccola, da circa 1200 persone), che per fortuna era bella pienotta. I nostri posti col cambio di venue diventano da prima fila centrale a prima fila un po’ laterale, giusto di fronte a Jim. Ma il palco è relativamente piccolo e davvero vicino quindi nessuno si lamenta. Facciamo amicizia con Lisa, una ragazza americana che vive in Austria ed è al suo primo concerto dei Corrs. Il gruppo di supporto non c’è e alle 8.03 il concerto inizia. Loro sono in forma ma il pubblico è abbastanza spento. I due americani provano ad alzarsi ma nessun altro li segue e anzi la security gli va a dire di sedersi. Quindi noi, con la nostra bandiera italiana e il cartellone che dice “the italian fan club is here, come have a beer with us”, facciamo quello che possiamo con la situazione: cantiamo, balliamo da seduti e in generale facciamo un po’ gli idioti che si divertono. Ma in modo molto rispettoso (o così ci piace pensare 😀 )! Loro, che si sa si divertono di più quando la gente si diverte, lo notano. Soprattutto Andrea, che comincia a venire spesso verso di noi e approfitta un po’ della nostra energia.

La scaletta è la stessa delle date precedenti:

1. Intro + I Do What I Like
2. Give Me A Reason
3. Forgiven Not Forgotten
4. Bring On The Night
5. What Can I Do
6. Radio
7. Lough Erin Shore / Trout in the Bath / Joy of Life
8. Runaway
9. With Me Stay
10. Ellis Island
11. Buachaill Ón Éirne
12. Love To Love You
13. Only When I Sleep
14. Queen Of Hollywood
15. Dreams
16. Kiss Of Life
17. I Never Loved You Anyway
18. So Young
——
19. White Light
20. Breathless
21. Toss The Feathers

Ci vuole l’arrivo di I Never Loved You Anyway e So Young per scaldare un po’ il pubblico austriaco, che fino a quel momento è stato generoso con gli applausi a fine canzone ma molto silenzioso durante i pezzi.
Nota negativa: la security della Stadthalle che continuava ad attraversare le file e ad illuminare con le torce chiunque facesse video ma anche foto con il cellulare.
Nota positiva che annulla la nota negativa: Andrea che si consulta con Sharon e Caroline alla fine del set acustico e annuncia al microfono che, a meno che non sia una requisito della venue, o che non disturbi le persone intorno, a loro non dà nessun fastidio che la gente usi i cellulari per fare foto o video e che, anzi, disturbano di più loro che continuano a passare davanti al palco. “Quindi filmate quello che volete, tranne gli errori mi raccomando!”

A questo punto è il momento di presentare la band e Andrea si dimentica Keith, o meglio finge di dimenticarsene perché è il suo compleanno. Lo storico bassista della band viene presentato per ultimo e poi parte un coro di “Happy Birthday” generale tra gli applausi del pubblico.

Durante la pausa prima dei bis finalmente la security ci invita ad alzarci e andare verso il palco. Tutto il pubblico viene avanti e noi ci appoggiamo letteralmente sul palco che è relativamente basso, e a quel punto le tre canzoni finali sono davvero una festa, con il pubblico che finalmente si lascia andare.

Dopo un concerto come sempre bellissimo, soprattutto per noi che ci siamo ritrovati nella direzione dello sguardo di Andrea per più di una volta, decidiamo di provare a fare il giro del palazzetto per vedere se la serata continua nella fortuna.
Veniamo premiati, perché alla loro uscita i Corrs decidono di fermarsi (c’è una quindicina di persone che li aspetta) a salutare, firmare qualche autografo e ringraziare NOI, il pubblico, per esserci stati. Che è una cosa sempre strana da sentirsi dire perché si fa presto a finire in una spirale di “no ma VOI siete stati fantastici” – “no ma VOI eravate amazing!” e così via.

Riusciamo a parlare con tutti e anche a strappare un selfie con Jim che lui stesso scatta con la faccia feliciona. Quello che è certo comunque è che il sorrisone di Andrea che alza un braccio e mi punta il dito dicendo “YES! I SAW YOU! You asked us for a beer! How did you know that we like beer?” non lo scorderò facilmente.

  • Valex

© photo by Cinzia – theCorrs.it

© photo by Mary – theCorrs.it

Queste ed altre foto sono contenute in un album della nostra gallery relativo al concerto di Vienna. Le potete vedere QUI.

Altri due fan presenti al concerto, Francesco e Mary, ci hanno inviato le loro recensioni, che potete leggere di seguito.

I Corrs sono fantastici, sono la cosa migliore successa al mondo dopo il pan carré (cit.). Gli austriaci ai concerti sono energetici e divertenti come la vernice che si asciuga sui muri. Dopo 16 anni di attesa non solo ho vissuto un concerto sensazionale, ma ho pure potuto parlare con loro, averli faccia a faccia davanti ai miei occhi. Li ho chiamati per nome, ho chiacchierato con loro come se fosse la cosa più normale del mondo. Ho sognato questo momento per 16 anni, l’ho desiderato così ardentemente che alla fine non è stato come trovarsi davanti ai miei idoli ma è stato come parlare a degli amici che per 16 anni sono stati parte inconsapevole della mia vita. Sarà difficile trovare in futuro un evento che regga il confronto. We are so young, e ogni volta che ascolteremo i Corrs continueremo ad esserlo.
Franzo

Trovate la sua recensione intera su facebook a questi link: parte 1 e parte 2.

Musicalmente sembra che 10 anni non siano mai passati, sono dei musicisti spettacolari e questo si sapeva, ma se possibile la qualità dei loro live e il loro affiatamento sono migliorati ancora di più nel corso degli anni rendendo questo un tour di livello altissimo.
Mary

Potete leggere tutta la recensione di Mary qui sotto dopo il cut.

Quando hai 30 anni e ripensi a quando ne avevi 15 ti rendi conto che è come se fosse passata una vita intera, perché in soli 15 anni cambia tutto, cambiano i gusti, cambia il modo di vedere le cose, di relazionarsi con le persone, cambiano gli amori e le esperienze, tanto come mai succederà ancora nella vita. Questa premessa è d’obbligo per capire perché continuiamo ad amare i Corrs anche dopo 10 anni di completo, o quasi, silenzio, abbiamo ricominciato a seguirli in giro per l’Europa. Abbiamo cominciato ad ascoltarli quando seguire una band era molto più difficile di adesso, ed erano già sfigati allora, figurarsi oggi che sono tornati pressoché sconosciuti! Non c’erano i tweet di Jim o le foto sfocate e oscene instagrammate da Sharon, figurarsi Facebook, non c’era Spotify, e se avevi fortuna magari potevi trovare giusto In Blue nel negozio di dischi perché, a meno che non andassi a spulciare tutti i CD non capendo se li avessero messi sulla T (The Corrs) o sulla C (Corrs), nel più grande centro commerciale della zona, che era almeno a 40 km da casa sicuramente, trovare gli album precedenti al 2000 era quasi un’impresa all’epoca. Non c’era Youtube nel 1999 e quando beccavi il video di Radio se riuscivi a registrarlo da metà in poi con il videoregistratore era quasi una vittoria! E’ vero poi è arrivato internet, ma quale ADSL, noi siamo quelli che navigavano a 56k, 2 ore alla settimana perché costava 2 euro all’ora, e già partiva l’ansia quando vedevi la bolletta della Telecom nella cassetta della posta, quindi per scaricare un mp3 forse ti ci voleva un mese, per non parlare dei video, avevamo Emule, che era costantemente bendato quindi se avevi fortuna in un anno o 2 completavi il lavoro.
I Corrs sono come il primo amore, non si scorda mai, come i testi delle loro canzoni ascoltati nella cameretta migliaia di volte, tante quasi da consumare i cd. Sono quel fidanzatino che puoi non vedere anche per anni ma quella volta che incroci il suo sguardo il tuo cuore batte sempre un po’ di più. Non era la prima volta che li vedevo dopo la “reunion” sono stata ad Hyde Park e all’O2 Arena per la parte invernale del tour, ma ragazzi, questa volta ve lo devo proprio dire, è stata EPICA, è stato il concerto della vita, quello che ti fa tornare indietro a quando eri un bimbominkia e ti fa sentire le stesse emozioni, come se gli anni non fossero mai passati e il tempo si fosse fermato. Il nostro viaggio a Vienna non era cominciato nel migliore dei modi e “mai una gioia” era la costante che accompagnava i giorni prima della partenza, da quando abbiamo scoperto che la venue del concerto era stata spostata ad una sala (molto) più piccola e i nostri biglietti da centrali erano diventati quasi laterali, a quando abbiamo guardato il meteo di Vienna e sembrava di essere in mezzo ad una catastrofe atmosferica di pioggia e temporali. Non posso nemmeno dirvi che fossimo in trepidante attesa, perché l’unica attesa che avevamo appena arrivati a Vienna era quella di mangiare la Wienerschnitzel con i crauti e la Sacher. Ci siamo dati al turismo tutto il giorno del concerto e posso dire che Vienna non ha deluso. Un’altra cosa meravigliosa di viaggiare per vedere un concerto è proprio quella di aver la possibilità vedere una città che sicuramente non era in cima alla lista di quelle che desideravo visitare. Detto questo dopo la cultura austriaca culinaria e non, decidiamo di avviarci alla Wiener Stadhalle e aspettiamo i vari jingle prima di entrare nella sala destinata al concerto. I jingle. Bah. Solo in Austria devi attendere il jingle musicale per poter entrare ma tant’è. Entriamo nella Halle F un po’ titubanti in quanto non avevamo la minima idea dei posti che ci sarebbero spettati dopo il cambio di sala e invece notiamo subito quanto sia piccolo il posto ma soprattutto quanto il palco sia attaccato alla nostra prima fila. Siamo davanti a Jim ma poco importa perché comunque la visuale è ottima. Facciamo le foto di rito con le nostre bandiere già esaltati, mentre l’ansia cresceva.

Quando inzia il concerto è tutto un crescendo di emozioni, ho poco da dire perché l’ho vissuto con talmente tanta intensità che esprimerlo a parole mi riesce così difficile, ogni nota e ogni canzone ti riportano indietro nel tempo e i sorrisoni che comincia a regalarci Andrea quando si accorge della nostra partecipazione e del nostro calore ti sciolgono all’istante.
Certo molto è merito nostro ma gli austriaci ci hanno dato una mano, mai nella mia vita ho visto gente così smorta e statica, è stato quasi imbarazzante quando su Runaway hanno fatto cantare il pubblico e tre quarti della gente non ha aperto bocca. Altra nota dolente era l’atteggiamento nazista della security presente al concerto che illuminava con le torce e ti si piazzava davanti ogni qual volta provavi a fare una foto o un video anche solo con il cellullare, ma qui arriva uno dei momenti più epici di sempre per i Corrs. Finito il set acustico Caroline si alza per tornare alla sua batteria ma prima si ferma a parlare con Andrea, che dopo aver riferito a Sharon ed aver avuto il suo consenso provvede a cazziare la security specificando che a loro non danno fastidio né foto né video, e incitando gli zombie viventi a continuare a registrare e scattare, creando un incredibile boato, prima del ritorno al letargo viennese. Ma noi non demordiamo mai e continuiamo a cantare ogni canzone, perché siamo italiani e la passione e la caciara è nel nostro dna, finché Andrea non decide di dedicarci più di metà concerto venendo a scherzare e cantare con noi, apoteosi e estasi del concerto è stata I Never Loved You Anyway, quando era così compiaciuta da lasciarsi andare in “Yes” e “C’mon” di approvazione urlati a gran voce e facendoci sentire come se questo fosse il nostro concertone privato, diventando gli indiscussi imperatori della Stadthalle anche nelle successive canzoni, dove almeno una strofa ed un ritornello erano dedicati solo a noi. (e non è un vaneggio dovuto ai fumi dell’alcol è davvero successo e come dicono Franzo e Valex “Ne abbiamo le prove” :P) Se con Andrea ormai il divertimento e il gioco di sguardi era assicurato è Sharon a premiarci ancora indicandoci e cantando con noi un pezzo di Breathless, e sappiamo benissimo che se hai l’approvazione di Sharon hai tutto. Tutto ciò mentre le due sorelle prima di rientrare per il bis si erano scompisciate dalle risate dopo aver letto il nostro cartellone dove venivano invitati a bere una birra con noi! Ormai eravamo gli eroi viennesi, tanto da beccarci il plettro di Jim accompagnato da 3-4 “I love you” nei nostri confronti.

Il concerto finisce e ci lascia quella sensazione di estasi e la certezza di aver vissuto qualcosa di straodinario e del rapporto esclusivo che si era creato tra noi e la band quella sera, prima di uscire riesco a prendere una setlist, probabilmente quella di Jim e già lì sentivamo che la fortuna poteva solo premiarci di più e dopo aver scambiato qualche parola con la nostra nuova amica americana Lisa, una delle poche attive e partecipi di quel concerto, decidiamo di andare ad aspettarli fuori dalla Stadthalle, già entusiasti della magia di quella notte, sentivamo come se ci fosse qualcosa di dovuto che era rimasto in sospeso, non solo la birra! 😛

Musicalmente sembra che 10 anni non siano mai passati, sono dei musicisti spettacolari e questo si sapeva, ma se possibile la qualità dei loro live e il loro affiatamento sono migliorati ancora di più nel corso degli anni rendendo questo un tour di livello altissimo. Dopo queste poche righe di serietà riprendiamo il vaneggio prima che l’adrenalina si consumi, ma la vedo dura visto che come minimo mi riprenderò forse fra un mese da questa serata. Usciamo e troviamo già una quindicina di persone in attesa e facciamo amicizia con un ragazzo austriaco che parla benissimo l’italiano e che ci chiede se eravamo noi quelli da cui andava sempre Andrea, non potete capire il nostro orgoglio in quel momento. Poco dopo le luci del van si accendono e vediamo delle sagome salirci su e proprio in quel momento arriva un tizio della security a dirci di metterci in fila e di farci firmare un solo oggetto per ciascuno. Io per qualche strano motivo mi trovo proprio di fonte alla porta del van che si apre e da quel momento non ho capito più niente, vedo subito Keith Duffy e dietro di lui Caroline che sorride ma io, ancora euforica volevo solo cercare Andrea per ringraziarla per la serata che ci aveva regalato e per essere stata così meravigliosa con noi, quindi chiedo di lei che si sporge appena dal sedile di fianco a Caroline “Here I am!” e non potete capire la sensazione di trovarsi davanti a lei quando ti guarda con quel sorrisone e i dentoni ad incorniciare le fossette sul viso e i suoi occhi profondi, in quel momento è come se ti si spegnesse il cervello, quindi tra una parola insensata e l’altra riesco a dirle di volerla ringraziare per la fantastica serata ma lei mi guarda e mi dice “Ma io ti ho visto, siete stati meravigliosi, e siete così carini, grazie mille, grazie davvero” e io no IO ringrazio TE finchè mi chiede “Are you italian, right?” e al mio “Sì” si scatena il delirio e parte a urlare “Ciao bella!” ridendo con Caroline che si scompiscia dalle risate e Sharon che la segue a ruota, insomma non si capiva più niente tutte dicevano “ciao Bella” così decido di darle la mia setlist per essere autografata e dicendo che mi chiamavo Mary, lei mi chiede pure se è corretto cominciando a farmi lo spelling ma io riesco solo a dirle di scriverlo come le pare, poi le chiedo di passarlo anche a Sharon per potermelo firmare, e in quel momento vedo fogli entrare ed uscire dalla loro macchina e sono andata nel panico credendo che avessero dato via anche il mio così chiedo alla mia grande amicona “Andrea, where is mine?” e lei controllando alla luce quella che aveva in mano e che aveva già firmato ben 2 volte mi dice “There it is Mary!” e me la porge sorridendo.
Mi sposto lontano dalla calca e alla luce guardo la setlist e mi accorgo della dedica di Andrea “Ciao bella, to Mary, Love Andrea” e perdo 10 battiti del cuore, intanto arrivano i miei compagni e vedo Franzo con il suo foglietto di richiesta di tin whistle ad Andrea con gli autografi e ci accorgiamo del fantastico “Next Time” scritto da Andrea prima della sua firma, di lì ovviamente risate isteriche che partono così a random, mentre incito Cinzia ad andare a farsi fare gli autografi mi fermo da Jim che è lì da solo con un ragazzo che parla di musica, questo gli chiede quando userà la sua Avalon guitar, e qui mi avvalgo di gente più esperta di me, e Jim risponde che lui e Andrea ci stanno già lavorando per alcune canzoni del prossimo album, così io mi intrometto chiedendo “un altro album?” e lui fa “Certo” e io “Wow!”, detto questo mi ricordo che non ho la sua firma e quindi gli porgo il foglietto che lui tutto felicione me autografa. Arriva un altro ragazzo che gli fa i complimenti perché gli dice che sembra che abbia 35 anni e lui ride rispondendo “magari!” io rido come una minchiona visto che in quel momento non stavo capendo niente e lui mi guarda e ridacchia, poi qualcuno da dentro il van Andrea o forse Caroline promettono la birra che gli avevamo chiesto, arriva Valex e chiede a Jim di fare un selfie, solo che in quel momento non capisce dicendo di essere dentro il van ma Vale non demorde e gli da il suo telefono per poter scattare il seflie e lui finalmente ci arriva e tutto felicione scatta la foto con i suoi “Italian crazy bunch” come poco prima ci aveva definito.

Pochi secondi dopo arriva Cinzia che finalmente è riuscita ad ottenere tutti i suoi autografi e il van riparte con i Corrs a bordo, lasciadoci lì increduli e al settimo cielo a stringerci in un abbraccione di gruppo, come fossimo ancora quei teenager che cercavano il loro cd nel negozio di dischi nel 1999. E’ stato bello vederli ogni volta stupiti che la gente canti ancora le loro canzoni e grati per l’amore che continuano a ricevere dal loro pubblico e avere la certezza che loro sono sempre gli stessi semplici e umili ragazzi, un po’ uncool, che sono partiti da Dundalk per realizzare il loro sogno.

Non importa se per 10 anni alcuni di noi li hanno ascoltati poco o forse addirittura mai e di loro non si sia saputo quasi niente, poco importa se siamo cambiati, se abbiamo qualche ruga e qualche preoccupazione in più, quant’è bello lasciarsi trasportare dalla musica e dalle emozioni, e realizzare quanto abbiano segnato la mia adolescenza e che l’affetto per loro non se ne sia mai andato.

La certezza è che quando ascolti i Corrs ti senti e ti sentirai sempre e per sempre “So young”… (e qui non posso non citare Franzo)… And when tomorrow comes we’ll just do it all again. Again and again.
– Mary

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